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PATRIZIA CASTRACANI

Mi definirei una Ricercatrice Curiosa di Verità e di Bellezza: aiuto le persone a risvegliare le loro capacità creative, a ritrovare i loro talenti e quindi a scoprire la loro verità e splendere nella bellezza. Quando tutto ciò si realizza non solo il nostro corpo ritrova la salute, ma siamo felici.
Sono Naturopata ed esercito oggi questa professione meravigliosa con sedute individuali, in cui utilizzo diverse tecniche olistiche a seconda dei bisogni della persona (come il colloquio, la riflessologia plantare, il massaggio olistico, la floriterapia, la fitoterapia, le visualizzazioni guidate) e percorsi collettivi di crescita interiore. L’obiettivo è sempre uno: riportare l’individuo sul sentiero della salute, sul sentiero della sua vera natura perché è quando usciamo dal nostro progetto di vita, quando non usiamo i nostri talenti, quando viviamo e reagiamo alla vita in modo disfunzionale che si creano disagi e problematiche, sia di natura fisica che di natura emotiva.

Sono Patrizia e faccio la Naturopata: è la mia professione ma anche la mia passione.
L’incontro con il mondo della naturopatia avvenne tanti anni fa, un po’ per curiosità e in parte per esigenze di salute.
Ho sempre pensato che dietro ad un disagio fisico si nascondesse un blocco emotivo e ciò mi ha spinto ad addentrarmi in questa disciplina che considera l’essere umano nella sua totalità: non solo come un corpo, ma anche come un’anima, un insieme di emozioni, un vissuto, e una mente che crea, e che “mente”.
La naturopatia mi ha insegnato prima di tutto l’importanza di prendermi cura di me in modo diverso, più completo.
Ho imparato quanto sia importante lo stile di vita e un’alimentazione sana e naturale. Ho conosciuto e sperimentato i benefici delle piante curative sul corpo, dei fiori di Bach sulle emozioni, e le grandi capacità di ristabilire il benessere e la salute in tecniche come la riflessologia plantare e il massaggio metamorfico.
Ho approfondito, durante il mio percorso, tecniche di meditazione, di visualizzazione creativa e l’infinito mondo del Mandala come strumento di conoscenza di sé e di crescita interiore.
Ho scelto di studiare e approfondire questi temi e poi, come ogni naturopata, ho seguito il mio cuore, ciò con cui ero più in risonanza. Ho fatto dello studio delle emozioni la mia più grande passione, della riflessologia plantare il mio principale strumento, e degli incontri di meditazione creativa con il Mandala una grande occasione di crescita e condivisione

Il Mandala è uno strumento prezioso e antichissimo che esprime la bellezza e laperfezione della geometria sacra, dell’ordine che è naturalmente presente in natura.

La parola Mandala significa “cerchio”. Il cerchio, il contenitore che coglie l’”essenza”, la parte più vera di noi, e la rende visibile attraverso il colore e la forma. La nostra essenza, nel mandala, si esprime al centro. Tutto ciò che ruota intorno al centro sono gli strati della nostra personalità, i modi di essere, gli schemi acquisiti. È un mandala ogni schema o struttura che ruota intorno ad un centro e che presenta un’armonia, una simmetria.

Il mandala è utilizzato, fin da tempi antichissimi, soprattutto in oriente, come strumento di MEDITAZIONE e CENTRATURA, di preghiera e di guarigione. È inoltre un meraviglioso mezzo con cui potersi esprimere e conoscere. Fu Carl Gustav Jung, padre della psicanalisi e grande studioso di tecniche antiche, che ne approfondì la conoscenza viaggiando, acquisendo antiche conoscenze e sperimentandolo. Lo utilizzò nella terapia con i suoi pazienti, riscontrando risultati incredibili. Sperimentò con alcuni pazienti affetti anche da gravi nevrosi e psicosi i benefici della “terapia mandala”. Soleva far disegnare ai suoi pazienti i sogni notturni per
poterli analizzare. Quando scoprì che in questi disegni apparivano spesso “figure mandaliche” si incuriosì, cominciò a studiarli e propose loro di disegnare un mandala libero al giorno. Nel giro di un paio d’anni i miglioramenti erano strabilianti e il processo di guarigione era notevolmente accelerato. Il Mandala è come uno SPECCHIO che riflette chi siamo e “come ci muoviamo” nel mondo, come ci rapportiamo nei confronti della vita e degli altri. Ci mostra il nostro stato di equilibrio o disequilibrio, sia fisico che emotivo. Attraverso la “magia” del colore ci rivela le nostre emozioni, le paure, le difficoltà che incontriamo nel corso della vita e ci aiuta a superarle con dolcezza, in un modo divertente e giocoso. Il mandala, per il semplice fatto di essere colorato o costruito, ci dona la possibilità di fermare il flusso dei pensieri e di ritrovare uno spazio protetto di pace dove esprimere emozioni in modo libero e non distruttivo, né per noi stessi né per gli altri.

Mandala tradizione storia e curiosità
Il Mandala è ovunque e nasce molto lontano nel tempo. È la forma più antica da cui è nata la vita. I Mandala sono immagini che ruotano attorno ad un centro, talvolta racchiuse da un cerchio altre volte inserite in un quadrato. Il quadrato simboleggia tutto ciò che è terreno, la materia; mentre il cerchio è l’immagine dello spirituale, del divino. Il Mandala rappresenta il tentativo di unire la terra con il cielo, la materia con lo spirito.
È costituito, a seconda della cultura di origine, da forme geometriche o antropomorfe, ognuna densa di significato simbolico ed archetipico. È un’immagine che si espande da un centro, e intorno al centro ruota in modo spiraliforme. È la rappresentazione della vita che nasce e che si espande. Il big bang è un’enorme Mandala che da un centro si è espanso verso l’esterno. La luna, il sole, la terra, la cellula, i fiori, l’iride sono splendidi esempi di Mandala in natura. I Mandala li ritroviamo ovunque, in ogni cultura e in ogni epoca. Ad esempio i rosoni delle chiese, le piante delle cupole e delle moschee, i disegni concentrici delle decorazioni arabe sono esempi di
Mandala. I Mandala possono essere disegnati, colorati, creati con oggetti e materiali di vario tipo, ma anche sognati, danzati, osservati e vissuti.

Gli indiani Navaho, per esempio, creano enormi Mandala sulla terra, fatti di pietre, sabbia ed oggetti naturali a scopo di guarigione. Il malato viene posto al centro del Mandala e dopo una serie di rituali
viene invitato a distruggere il Mandala e in modo catartico la malattia viene trasferita al Mandala e poi distrutta.

Nella cultura ayurvedica i Mandala si chiamano Yantra e vengono utilizzati per la preghiera, la meditazione e come simboli di protezione. Nel rituale di osservazione del Mandala c’è la ricerca di contatto ed immedesimazione nella divinità che vi è rappresentata. Vengono anche dipinti sui muri dei templi o delle abitazioni o collocati fuori dalla porta di casa in segno di protezione e buon auspicio.

Anche nella cultura tibetana il mandala nasce come strumento di preghiera. Ci sono monaci che vengono cresciuti e addestrati fin dalla tenera età per eseguire il rituale del Mandala. È realizzato con della sabbia colorata che viene collocata, con l’ausilio di un piccolo cono zigrinato e di un metodo certosino, su una struttura base predefinita, colma di significati simbolici. Questa operazione è realizzata in stato di meditazione ed è accompagnata dalla recita di un mantra. È una pratica di perfezione e centratura perché non può esserci la minima distrazione: non è possibile fare correzioni. A livello religioso, in questa operazione, c’è l’intento di trasferire il divino nella sabbia e nel Mandala, dal macrocosmo al microcosmo, per poter poi distribuire questa energia di benessere e guarigione a tutto il mondo e ai suoi abitanti. Ci vogliono giorni interi per realizzare un Mandala ed una volta terminato viene immediatamente distrutto. La sabbia viene gettata in un corso d’acqua affinché la preghiera e i suoi benefici possano diffondersi in tutto il pianeta. Lo scopo della distruzione è anche quello di portare l’attenzione sul momento presente, sul qui e ora ed evitare gli attaccamenti: all’opera, all’oggetto, alla bellezza, perché è proprio l’attaccamento che genera dolore ed impedisce l’evoluzione. Tutto è di passaggio, la materia, il corpo e il rischio, soprattutto nella vita occidentale contemporanea, è di vivere in una dimensione “illusoria”, fermi sui ricordi, piacevoli o spiacevoli del passato, o intenti a pianificare o preoccuparsi del futuro. Ma il passato non esiste più, in ogni istante della nostra vita noi cambiamo, ci evolviamo, e il futuro, anch’esso non esiste, è qualcosa che sarà, ma non possiamo prevedere come. L’unica realtà vera è quella del momento presente, ma per poterla cogliere, vivere davvero, è necessario fermarsi, essere presenti, vigili ed attenti, e questo è possibile soltanto quando incontriamo il vuoto. L’incontro con il “vuoto” è realizzabile attraverso la meditazione. Ci sono differenti tipi di meditazione e la costruzione o colorazione del Mandala rappresenta una delle sue tante modalità. In origine, infatti, il Mandala, sempre nella cultura tibetana, veniva utilizzato per rappresentare l’illuminazione del Buddha, e quindi un qualcosa di totalmente astratto, il vuoto, il nulla che si raggiunge in questo stato di estasi e pulizia. Il Mandala si pone l’obiettivo proprio di “cogliere” questo vuoto, quella parte vera che esiste dentro di noi che è l’essenza. Lo coglie e lo “rappresenta” attraverso le forme e i colori.